Persino Bill Gates (ormai sempre più lontano dagli affari dell’azienda) ha sostenuto l’amico di lunga data Steve Ballmer nel decidere l’allontanamento di Sinofsky.
L’obiettivo dei vertici di Microsoft sarebbe di consentire alle varie divisioni di lavorare a più stretto contatto, e mettere in campo le sinergie necessarie per un ecosistema più coeso. Sinofsky a quanto pare non era dello stesso parere, e ha cercato di difendere il proprio feudo arrivando anche a intralciare altri progetti.
Questo atteggiamento avrebbe esasperato la dirigenza, portando Steve Ballmer ad appellarsi persino a Bill Gates, presidente del consiglio di amministrazione e molto vicino a Sinofsky, che conosce almeno da 23 anni. Gates ha appoggiato le ragioni di Ballmer e l’allontanamento è diventato realtà.
Il Wall Street Journal riporta inoltre che Sinofsky si sarebbe rifiutato di ascoltare le lamentele dei produttori sul debutto del tablet Surface, un prodotto arrivato sul mercato come “un fulmine al ciel sereno”. Un problema che avrebbe costretto Steve Ballmer a intervenire e regolare i rapporti tra Microsoft e i suoi partner hardware.
Tra litigi e indolenza, Sinofsky però avrebbe perso la “guerra finale” quando, secondo Business Insider, si sarebbe presentato al consiglio chiedendo di nominarlo successore di Steve Ballmer al ruolo di amministratore delegato, ponendo una sorta di ultimatum. Pretesa respinta, anche dopo la minaccia di dimissioni. Insomma, a quanto sembra a Sinofsky l’abito Windows, dopo la presentazione del nuovo sistema operativo e Surface, stava davvero stretto.
A poche ore dall’annuncio, il titolo Microsoft nella giornata di ieri ha chiuso in calo del 3,22%. Un andamento prevedibile e accolto dagli analisti con pareri contrastanti. “Crediamo che l’allontanamento di Sinofsky sia il segnale che Ballmer non abbia intenzione di passare la mano nei prossimi anni, nonostante le speculazioni dicano il contrario. Pensiamo che la mossa peserà sul titolo a breve termine e non riteniamo che sia un riflesso dell’andamento di Windows 8 a un mese dalla sua uscita”, ha dichiarato Rick Sherlund di Nomura.
Ci attende quindi un nuovo Windows, guidato da una nuova figura impersonata da Julie Larson-Green, che ha lasciato il suo ruolo nella divisione business di Windows a favore di Tami Reller. Ma non si tratta solamente di un passaggio di scettro, si preannuncia invece come un potenziale cambiamento (in meglio speriamo) nell’organizzazione interna della divisione Windows, al fine di essere plasmata su di un modello di successo, ovvero quello che ha dato vita alla suite Office.
Riuscirà Larson-Green ad avere il carisma necessario per guidare la divisione del prodotto principe di Microsoft? Visto lo splendido lavoro fatto con Microsoft Office 2013, ci auguriamo proprio di si.
????
[Inviato da Windowsteca app]
Il tuo commento mi lascia sconvolto…. Perlomeno esprimi i tuoi dubbi così possiamo dissiparli. 😀
Secondo me Windows è la piattaforma più sviluppata al mondo x via dei suoi partner…se inizia a fare come la Apple ovvero autoprodursi i propri hardware i costi x l’utente finale aumenterebbero esponenzialmente…come Apple…che riesce a vendere un pc con specifiche mediocri a 1000€ in più della concorrenza….
[Inviato da Windowsteca app]
Alla fine nessuno sa perché sia questo tizio sia quello della Apple sono stati allontanati.
Si dice…. Si pensa…. Forse perché ecc ecc .
[Inviato da Windowsteca app]