Microsoft: gli attacchi ransomware calano, i miner di criptovalute sono sempre più diffusi

Microsoft Security Intelligence Report

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Microsoft ha pubblicato la 24° edizione del Microsoft Security Intelligence Report (SIR), una panoramica completa delle minacce informatiche del 2018 contenente anche le linee guida da seguire per migliorare il livello di sicurezza dei dispositivi connessi a internet.

L’indagine, risultato dell’analisi di 6.500 miliardi di minacce che transitano nel Cloud Microsoft ogni giorno e degli insight di migliaia di ricercatori che operano nel campo della sicurezza in tutto il mondo, ha confermato l’efficacia delle nuove tecniche difensive basate su Intelligenza Artificiale e Machine Learning adottate dalle comunità che si occupano della cyber sicurezza a livello globale ma ha anche fatto luce sulle nuove tipologie di attacco che si stanno diffondendo a livello globale.

Sebbene nel 2017 avessero rappresentato una delle più diffuse e pericolose minacce di sicurezza, gli attacchi ransomware hanno subito un calo di circa il 60% tra marzo 2017 e dicembre 2018. Questa diminuzione è principalmente dovuta alla maggiore sofisticatezza delle tecnologie di difesa e alla crescente attenzione posta dagli utenti, che hanno portato i cyber criminali a cambiare strategia, preferendo tipologie di attacco più invisibili. Tuttavia, in Italia i ransomware rappresentano ancora uno dei primi vettori di attacco per le aziende pubbliche, a causa della resistenza da parte delle istituzioni a utilizzare le nuove tecnologie come strumenti di difesa, affidandosi a soluzioni di protezione perimetrale e strumenti basati sul concetto di signature, che non si rivelano efficaci.

In risposta al calo degli attacchi ransomware, è stata invece registrata una prevalenza dei miner di criptovalute, che vengono installati sui computer delle vittime a loro insaputa, “rubando” la potenza di calcolo necessaria per il mining. Una delle ragioni dell’aumento dei miner è proprio la loro capacità di passare inosservati: sono silenti, operano in background, e sono difficili da identificare in assenza di strumenti di endpoint protection, che monitorano i processi attivi e controllano il traffico in uscita.

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Gli esperti di Microsoft hanno inoltre evidenziato la diffusione di un diverso tipo di miner, che non richiede l’installazione sul PC degli utenti ma che è completamente basato sui browser web ed effettua il mining di criptovalute quando gli utenti visitano un sito infetto.

Un’altra tattica utilizzata dai cyber criminali prevede l’inserimento di una componente dannosa in un’applicazione legittima o nel pacchetto di aggiornamento distribuito a tutti gli utenti. Questi attacchi possono essere molto difficili da rilevare perché fanno leva sulla fiducia che gli utenti ripongono nei confronti dei vendor. Il report include diversi esempi, tra i quali la campagna Dofoil, che dimostra quanto questo genere di attacchi sia in grado di diffondersi rapidamente: nelle prime 12 ore dall’inizio della campagna, Windows Defender Antivirus ha bloccato oltre 400.000 tentativi di infezione in tutto il mondo.

Infine, il phishing si è confermato il metodo di attacco preferito dai cyber criminali: tra gennaio e dicembre 2018 la percentuale di messaggi di phishing tra le email in arrivo è aumentata del 250%. Questo trend non è una sorpresa e non sembra destinato a cambiare nel prossimo futuro. Anche in questo caso, gli attaccanti hanno cambiato le proprie tattiche in risposta ai tool e alle tecniche di rilevamento sempre più sofisticati, riducendo la durata delle campagne e affidandosi alle infrastrutture Cloud pubbliche per celare i propri attacchi.

Per avere maggiori informazioni sui principali vettori di attacco del 2018 è possibile scaricare il report completo e visitare il nuovo sito interattivo che consente di effettuare ricerche approfondite per regione geografica e arco temporale.



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