Esattamente come tutte le aziende che raccolgono i cosiddetti “Big Data” dalle proprie attività online, tra cui Facebook, Google, Apple, e Amazon, anche Microsoft analizza ed elabora per propri scopi ( $ ) tutte le informazioni e le “tracce” che gli utenti generano più o meno consapevolmente ogni volta che utilizzano i suoi prodotti e servizi connessi alla rete.
Voi direte: che novità! Già si sapeva. Sì, ma probabilmente non tutti sanno che i suddetti Big Data non vengono elaborati e analizzati solamente da computer, software e intelligenze artificiali ma anche da esseri umani, sia alle strette dipendenze di Microsoft sia di società terze. La scoperta è stata fatta dal team del sito Vice Motherboard nei giorni scorsi e pubblicata in questo articolo di denuncia.
Nel rapporto di Vice Motherboard si legge infatti che Microsoft avrebbe recentemente modificato la propria Privacy Policy in più parti ammettendo che le registrazioni archiviate dei comandi vocali impartiti a Cortana e le conversazioni audio effettuate tramite Skype “potrebbero essere ascoltate e trascritte da parte di dipendenti e fornitori Microsoft” per, si dice, migliorare il servizio offerto agli utenti.
Tutto ciò, dichiara Microsoft, avviene in forma anonima e imponendo misure di riservatezza a fornitori e dipendenti. Ok, ma a voi non fa storcere il naso sapere che tutto quello che si dice a Cortana o durante una chiamata Skype può essere ascoltato da una persona sconosciuta? Sapere che le vostre ricerche personali o le vostre conversazioni intime o professionali, magari contenenti informazioni altamente sensibili e private, possano essere trascritte e analizzate da un essere umano non vi infastidisce?
Per evitare questo “abuso” si dovrebbe smettere di utilizzare qualsiasi dispositivo o servizio collegato a internet, ma sappiamo bene che oggigiorno questo è impossibile tanto siamo legati e assuefatti dalla tecnologia. Cosa fare dunque? Beh, si potrebbero limitare le intrusioni nella nostra privacy da parte delle aziende hi-tech cancellando periodicamente i dati che generiamo e che vengono associati ai nostri account oppure, se possibile, disattivare completamente la “raccolta dei dati”.
Ad esempio, per il Microsoft Account si può accedere alla Dashboard per la Privacy ed eliminare tutto quello che si ritiene non debba essere tracciato e sfruttato, gratuitamente, dall’azienda di Redmond mentre per il Google Account si può sospendere completamente il salvataggio automatico di tutte le attività web e app e della cronologia di tutti i servizi di Big G accedendo a questa pagina dedicata.
| Leggi anche: Dashboard per la Privacy, come visualizzare e cancellare i dati del proprio account raccolti da Microsoft
Se volete saperne di più su come Microsoft utilizza i vostri dati raccolti con l’utilizzo di Cortana e di Skype, date un’occhiata a questi link:
E quante cose si potrebbero scrivere già solo con quel “voi”. ?
Ma poi seriamente, nel 2019, esiste ancora gente che si mostra ingenua verso questo segreto di pulcinella? Già qualche mese fa Microsoft venne presa di mira dall’AGCOM per indagini sul rispetto del regolamento GDPR (secondo episodio, dopo quello della raccolta di dati diagnostici di Office 365), sicuro non poteva finire meglio.
P.S = Ah giusto, mi ero dimenticato di aggiungere: Google cattiva, Nadella cattivo, Zucchino feisbuccaro cattivo, cattivo più cattivo, marrano e anche comunista. ?
E adesso dov’è don Vito con la sua litania sul “grande fratello Big G” che ci spia e che soprattutto ascolta tutto… ?
Che ipocrisia è quella di difendere a spada tratta il caro WP e poi sapere che è una Spia del KGB ????… Che Figur e mmerd ?
È vero Vituzzo. Ci manchi… AHAHAHAHA
Eccomi qua. Sono Don Vito…
Segreto di pulcinella, appunto. Se Cortana tutt’ora può vantare il miglior riconoscimento vocale in assoluto, come hanno fatto in MS? E’ chiaro che non si possono raggiungere questi risultati senza qualcuno che “ascolta”. E’ siccome gli utilizzatori di Cortana non sono tanti (ancora meno da quando quel folle di Nadella ha dismesso i Windows Phone), non restava che Skype per migliorare la qualità del servizio. Non lo sapevamo, ma ci può stare. Personalmente non faccio chiamate vocali con Skype, ormai con i piani tariffari convenienti che “regalano” tanti muniti di conversazione sono in pochi a utilizzarlo. In ambito aziendale può darsi, videoconferenze più che altro, ma non credo che Nadella possa autorizzare l’ascolto di questa roba, con le aziende MS ci lavora…
Detto questo, non ho simpatie per Nadella, ma tutto sommato mi fido più di lui che degli altri, in definitiva MS è il male minore, se no come dice giustamente Alessio dovremmo rinunciare alla tecnologia e tornare al telefonino tipo Nokia 3310. La mia personale classifica su privacy e sicurezza resta immutata:
1) Microsoft (il meno peggio)
2) Apple
3) Amazon
4) a pari merito (i peggiori in assoluto) Google e Facebook, coinvolti in ripetuti scandali sulla compravendita di dati e informazioni e sull’utilizzo distorto delle informazioni raccolte, violazioni assortite e multe miliardarie in ogni dove (l’ultima inchiesta contro Google é del mese scorso proprio negli Stati Uniti)
Ricordo ai disinformati commentatori che mi hanno preceduto che il peggior SO per Smartphone (Android), consente alle app di scambiarsi dati all’insaputa dell’utente, anche se si negano determinate autorizzazioni. Un rumor di qualche anno fa parlava del 40% delle app del play store che sfruttavano questa possibilità, ma dal recente scandalo di Facebook è emerso che le sue “app” killer riuscivano a raccogliere dati dal 60% delle app. Ancora peggio di quanto si pensasse…
Sul mio vituperato, obsoleto e morto in croce Wphone, se seguo i consigli di Alessio (che ringrazio per la chiarezza), posso stare tranquillo, lo scambio di dati fraudolento lì non è consentito, e questo è il vero motivo per cui Google e Zuckerberg hanno sempre boicottato quel sistema operativo.
Ricordo inoltre ai fan di Android (per lo più tossicoappdipendenti, di Android non si po’ essere ragionevolmente fan, lo si subisce perché questo passa il convento…) che lo scandalo del CSM è scoppiato perché il principale indagato ha installato un app che “ascoltava” le sue telefonate. Qualche mese prima l’azienda produttrice dell’app (per Android) è finita sotto inchiesta perché aveva “replicato” la tecnologia su altre app, dopo aver esaurito la “commessa” per conto dello Stato. Se l’imputato avesse usato un Wphone, a quest’ora non sarebbe nei guai… Ovviamente siamo contenti che nei guai ci sia finito, resta però il fatto che privacy e sicurezza su Android non esistono, fatevene una ragione…
Baciamo le mani….
@Vito
AHAHAHAHA
Ok yepp (dai dai, che sei tu con altro nome), quindi se lo fa Microsoft è per migliorare e se lo fanno gli altri è per spiare (anche se disattivi la raccolta dei dati). Poi Microsoft l’ha fatto solo per poche volte, che sarà mai.?
GGGGGGRANDE! Pulitzer ad honorem?
“…non vi infastidisce”? …. NO! manco per il cazzo!!!
Sai quante conversazioni sento per la strada , sui mezzi pubblici in giro …. è la stessa cosa!
@Edoardobannato
Onestamente anche a me non è mai fregato nulla fino a questo punto. Però c’è chi sorvola sul fatto che la propria carta di credito rimane comunque intatta e che a nessuno dall’altra si impiccia pubblicamente delle registrazione audio (normali o folli che siano) degli utenti.
Per alcuni è più adrenalinica l’illusione di voler essere dei fantasmi anche se è fisicamente impossibile, piuttosto che sorvolare fintanto che nessuno ti rompe le palle.
Mi dispiace contraddirti ma per via dell’ultima parte del commento sulla sicurezza e privacy di Android ti sbagli perché io ho Android One e mensilmente mi arriva gli aggiornamenti a riguardo.
@Mauro lumia 550
Ma non ricordarglielo nemmeno, che lo sa bene l’allocco, anzi, lo fa proprio apposta a scrivere certe sciocchezze. Anche Samsung sulla fascia top rilascia aggiornamenti mensili, e prima ancora rilascia anche i bollettini di sicurezza come già fa Google per le sue patch. Android One (quando i produttori che l’adottano lo fanno funzionare bene) anche è una garanzia. Perciò meglio non dargli soddisfazione e lasciarlo cuocere nella sua brodaglia di illusioni ahahaha.
Non si capisce una fratta minkia di quello che scrivete.
A me della praivasi non me ne fotto un cuoio, io cago con la porta aperta e faccio la doccia in cortile. Va bene cos????
@edoardobannato
Scusa hai ragione, per te sono frasi troppo complicate. Allora riassumeró molto brevemente:
Anche a me non frega un cazzo della “praivazi”
@Mauro lumia 550. …visto che quello passa il convento, hai fatto bene a prendere uno smartphone certificato “Android One”, almeno da qualche garanzia in più. Ma se l’aggiornamento chiude le falle non risolve tutti i problemi, perché Google (anzi, Alphabet…) si ostina a tenere in vita questo SO “open…” (in tutti o sensi, facilmente bucabile), pur avendo Google pronta l’alternativa valida (Fuchsia, sviluppato molto lentamente…). Android è la gallina dalle uova d’oro….
@Vito
Mah… In teoria un os open, man mano che gli si applicano patch di sicurezza, raggiunge uno stadio di affinamento tale che i bug vengono scovati con più difficoltà. Non a caso Google ha più volte teso la mano verso i cosiddetti “bug bounty” (con annessi premi in denaro per chi scovava i bug più critici).
Però ammetto che l’os closed è la via più semplice, seppur meno indicata per chi vuole personalizzare.
È complicato fare delle scelte che mettano d’accordo tutti.
Esistono alternative open-source: al posto di whatsapp si può usare Signal o librem chat, al posto di Twitter si può usare mastodon, si potrebbe usare (e pagare) tutanota come email e farsi un cloud personale con nextcloud. Si potrebbe….
@Massimiliano
Ma costruiamoci anche uno smartphone e installiamoci un SO scritto da noi, già che ci siamo…
MA ANCORA PARLIAMO DI PRIVACY?? Con tutte le telecamere che ci sono in ogni angolo, i social, i motori di ricerca, i cookie, le tecnologie che registrano ogni nostro passo o parola e quasi quasi anche il pensiero…qualcuno ancora crede nella privacy?? LA PRIVACY È MORTA…E I SUOI ASSASSINI SIAMO NOI!
@HonorView10Lite
Commento dell’anno. ?